STANDING OVATION ULTIMA
PER MARADONA
di Marco Palladini
Se il calcio, come voleva Pasolini, è una religione
Diego Armando Maradona è stato il suo Cristo,
il dio che si fa uomo e profeta in un mondo della pelota
che vive di antitesi, di trionfi e tonfi,
di massimi successi e disastrose sconfitte.
Ecco, el Diego è stato la sintesi, il dio-uomo
all'apicale vertice della historia del football
e, insieme, l'incarnazione di una storia 'maleducata',
eccessiva, per nulla saggia, autolesionista,
politicamente scorretta e sempre vitalisticamente ribelle.
Certo, nell'Olimpo del mondo pallonaro hanno abitato
altre deità: Di Stefano, Pelè, Garrincha, Eusebio, Best,
Cruijff, Platini, Baggio, Ronaldo, Zidane, Ronaldinho,
fino a Cristiano Ronaldo e Messi. Ma el pibe Dieguito
era un'altra cosa, la divinità umana troppo umana
- non sono un santo, diceva di sé - portatrice di luce,
magia, fantasia, gol impossibili e ribalderia.
Un dio briccone, unico, irriducibile
alle opinioni morali su di lui, perciò inimitabile,
irripetibile, indimenticabile. E che ha fatto sognare
le moltitudini dei tifosi di ogni squadra del pianeta.
Ora sta giocando sui campi di un altro mondo,
a correre, fintare, dribblare, segnare a ripetizione
per la felicità degli angeli.
Alzatevi in piedi: standing ovation ultima per lui.
26 novembre 2020
* Da "L'Age d'Or"