Caso Calabria

BALENE E MARINAI

 di Francesco Picca 

Un congruo numero di sindaci calabresi ha manifestato sotto Palazzo Montecitorio contro l'ipotesi dell'ennesimo commissariamento della sanità regionale. Alcuni servizi giornalistici affrettati e approssimativi hanno offerto una visione distorta dell'iniziativa. In piazza, infatti, era possibile leggere un paio di cartelli del tenore "La Calabria ai calabresi" e "Gino Strada... un motivo in più per sbarcare in Calabria". Le opere tipografiche erano a firma del leghista Leo Battaglia, da Castrovillari, già noto alle cronache per il suo attivismo salviniano decisamente sopra le righe. I sindaci presenti, tutti, hanno preso le distanze dal messaggio e sono entrati nel merito del problema auspicando una soluzione diversa dal commissariamento, evidenziando come il bilancio della gestione straordinaria degli ultimi dieci anni sia risultato comunque disastroso. Il premier Conte ha ribadito che la soluzione sarà, ancora, il commissariamento, ma con un orizzonte temporale definito. Una soluzione mediata potrebbe vedere la nomina di un calabrese. Tornando a Gino Strada, se da un lato la mobilitazione in suo favore è stata poderosa, sull'altro versante, quello più squisitamente politico, non sono mancate le rasoiate e le allusioni, con toni e modi non dissimili dalla cartellonistica self made affissa nella piazza del Bernini. A certi calabresi non spaventa la "persona" Strada; no, loro sono terrorizzati dalla "idea nuova", dalla rottura improvvisa di uno schema consolidato. Ogni nuova idea ha in sé qualcosa di rivoluzionario: presuppone l'abbandono di una abitudine mentale vecchia, rassicurante, confortevole; offre nuovi percorsi, nuove mete; richiede il deviare da quella traiettoria circolare, di appena un metro di raggio, attorno al totem dello status quo. E' la "novità" il vero problema. Io stesso, proprio da queste pagine, ho criticato la crociata popolare per issare Gino Strada sulla poltrona del commissariamento, ritenendolo un modo come un altro per disinnescarlo, per veder fallire il suo impegno, per marchiarlo come l'ennesimo forestiero inconcludente. Ho inoltre auspicato una soluzione "locale", una scelta che possa rimettere nelle mani dei cittadini-elettori calabresi la responsabilità di riallineare la sanità regionale a parametri di civiltà prima ancora che di efficienza. Sarà un processo lungo, difficile, gestito in emergenza ancora per lungo tempo. Il primo passo, prima ancora che invertire la rotta, è quello di arrestare la deriva, per mano di un buon timoniere, magari di un semplice marinaio, abile e accorto. Potrebbe aiutare anche la lettura di Herman Melville, sull'epica del mare, sull'uomo messo di fronte a qualcosa più grande di lui, sull'uomo che lotta contro i propri limiti.