IL NUOVO LIBRO DI MICHELE FIANCO: DELICATISIMO
di Francesco Muzzioli
Dopo aver pubblicato lo scorso anno con Aragno Un semplicissimo universo inespanso, che era il consuntivo del suo percorso poetico fino allora, rappresentato per testi esemplari, Michele Fianco ha dato alle stampe da pochissimo un nuovo libro, Delicatisimo, che vuole essere un'opera di ripartenza e di svolta. Già caratterizzato com'è da una forte originalità, Fianco prova a sperimentale una nuova "confezione", basata su un sotterraneo modello cinematografico. Infatti il libro appena edito da Zona è presentato fin dalla copertina come un film di cui l'autore è il regista (sul frontespizio è scritto «directed by») ed è presente all'interno anche come personaggio con il suo proprio nome. Troppo facile attribuire allora al testo una matrice autobiografica e volervi andare a trovare i corrispettivi esistenziali o sentimentali. Con Fianco bisogna fare molta attenzione: il titolo stesso potrebbe riferirsi a questioni di cuore e sottili patemi, senonché proprio la sottrazione di una "s" al superlativo ‒ visto che, in qualunque modo lo si interpreti, non si tratta di un refuso ‒ sembra precisamente abbassare o comunque sfumare la "delicatezza" degli eventuali contenuti personali.
Un punto di vacanza non significa viaggi, il mare, no. / Il giorno dopo giorno, un'ora o due di svuotamento, / ovvero l'esatto sistema - / si dice - / di guadagnare soldi. / E la cosa - / se pensi a lui, se vedi lui - / non può che far ridere. / La fascinazione del particolare improvviso, laterale, che distrae, // fa il resto. / E si va avanti.
E si veda anche questo brano dal tono impersonale:
E ancora: / l'isolamento involontario nel momento in cui ti assecondi, / anche questo. / L'alba, il pranzo presto, riposo un attimo, / e via alla seconda giornata. / L'anticipata partenza un principio economico, / e biografico. / Raddoppi, perfetto.
Fianco non perde il ritmo, anche se magari qui il ritmo è quello del succedersi dei frammenti, della loro diversa ampiezza e dei materiali che veicolano. Delicatisimo procede per "istantanee". E se vi si possono riscontrare dei fili tematici (l'età che avanza, una storia di anni prima, ecc.) che conducono verso il bilancio dell'esperienza («cosa deve riservarti ancora la vita per farsi capire da te?»), piuttosto che il contenuto conta di volta in volta l'"angolatura". La poetica di Michele Fianco è una poetica della reticenza; ma questo non per pudore e neppure per malevolenza verso il lettore indiscreto che guarda dal buco della serratura goloso di emozione. A me pare che l'obiettivo sia quello di liberare la poesia dall'ancoraggio dell'evento centrale perché possa sprigionare tutto il pulviscolo atomico "marginale", altrimenti inutilizzato. In ciò non chiede tanto la partecipazione, quanto piuttosto l'"attenzione"; perché il lettore è chiamato a interagire con una trama davvero delicatissima.