postille 

di emmequ

Non so, non lo sa nessuno, cosa sarà il mondo e l'Italia dopo la bufera. Dicono che cambierà, che cambieremo. In meglio dicono. Lo vorrei, ma non lo credo. Nell'attesa, penso però sia utile ritornare su ciò che oggi siamo, o che non siamo, che non vogliamo.

Anche attraverso queste mie postille, se volete. Frammenti, note marginali, pensieri in solitudine del vecchio che sono: un ex, un ex tutto, uno che in vita sua fu tutto e non fu niente..., e che ora scrive. Ricordi, anche. Brevi incontri. Figure lontane.

E inizio con questi versi del Belli mandati da Paolo Grassi. Il Belli Giuseppe Gioachino, che nel 1836 scrisse un poema sulla realtà di un'altra terribile epidemia (quella che si portò anche Leopardi): Er collèra moribbus. Ora ripubblicato in malacoda n. 2 2020.

Che cce volemo fà? ggnente pavura.
Tant'e ttanto le sorte sò ddua sole:
drento o ffora; o in figura o in zepportura.

E a cche sserveno poi tante parole?
Pascenza o rrabbia sin ch'er freddo dura:
staremo in cianche quanno scotta er zol
e.