L'ESISTENZA MATERIALE DELL'IDEOLOGIA IN ALTHUSSER*

Stefano Kenji Iannillo

In Althusser, come abbiamo visto fin qui, i protagonisti della storia sono

determinate società umane che si presentano in quanto totalità di elementi

surdeterminati la cui unità è costituita da un certo tipo specifico di complessità

che può ridursi, però, per un'esigenza di semplicità, a tre diversi livelli: l'

economico, il politico e l'ideologico. L'ideologia nel pensiero di Althusser fa,

dunque, organicamente parte della totalità sociale, essa è prodotta dalle società

umane in quanto «elemento e l'atmosfera stessa indispensabili alla loro

respirazione, alla loro vita storica.Solo una concezione ideologica del mondo

ha potuto immaginare delle società senza ideologie, e ammettere l'idea utopica

di un mondo in cui l'ideologia (e non una sua particolare forma storica) potesse

sparire senza lasciare traccia, per essere sostituita dalla scienza.»

Lo stesso materialismo storico non può concepire una società, fosse

anche quella comunista, che possa fare a meno dell'ideologia poichè essa in

primo luogo è un sistema di rappresentazioni che non hanno quasi mai a che

vedere con la coscienza: essa può essere un'immagine o un concetto, ma è

come struttura che s'impone, in maniera incosciente, alla maggior parte degli

uomini. Gli uomini, infatti, «vivono la loro ideologia così come il cartesiano

"vedeva" o non vedeva - se non la fissava - la luna a duecento passi: per niente

come una forma della coscienza, ma come un oggetto del loro "mondo", come

il loro mondo stesso»157 In Althusser gli uomini non esprimono nell'ideologia

il proprio rapporto con le condizioni di esistenza, come vuole il marxismo nella

sua forma classica, ma "il modo in cui vivono il proprio rapporto con le

condizioni d'esistenza": questo presuppone un rapporto reale e un rapporto che,

in quanto vissuto, è immaginario. Nel saggio marxismo e umanismo Althusser

afferma che nell'ideologia il rapporto reale è immediatamente investito dal

rapporto immaginario ed è in questa "surdeterminazione del reale da parte

dell'immaginario e dell'immaginario da parte del reale" che l'ideologia si

dimostra come un elemento attivo all'interno del tutto sociale: essa infatti può

rinforzare o modificare il rapporto tra gli uomini e le loro condizioni di

esistenza entro un rapporto esso stesso immaginario. Ad esempio,

nell'ideologia della libertà, la borghesia vive il suo rapporto reale, e quindi il

diritto dell'economia capitalistica liberale, investito in un rapporto immaginario

in cui si afferma che " tutti gli uomini sono liberi ivi compresi i lavoratori

liberi". L'ideologia in quanto sistema di rappresentazione di massa è

indispensabile - nella teoria althusseriana- a ogni società nel formare e

trasformare gli uomini mettendoli in grado di rispondere alle proprie condizioni

di esistenza e, quindi, di riprodurre le condizioni del suo specifico modo di

produzione.

In Marx l'ideologia è, invece, una costruzione puramente immaginaria,

un sogno costituito dai "resti diurni" della realtà piena e positiva della storia

concreta degli individui concreti che producono materialmente la propria

esistenza. Ne L'Ideologia tedesca Marx afferma che l'ideologia non ha storia e,

dato che esiste un'unica storia reale - quella degli individui concreti - la sua

storia è fuori di essa. Per Althusser la tesi presente ne L'ideologia tedesca è una

tesi che ha una visione dell'ideologia puramente negativa perchè ha il duplice

significato di affermare sia che l'ideologia non è nulla in quanto sogno

determinato dall'alienazione nella divisione del lavoro e sia che l'ideologia non

ha storia ,non in quanto non ha una storia, ma in quanto -essendo un riflesso

vuoto della storia reale- essa non ha una "sua" storia. Althusser contrappone a

questa teoria dell'ideologia la tesi secondo cui non solo le ideologie hanno una

propria storia determinata in ultima istanza dalla lotta di classe ma che , allo

stesso tempo, l' ideologia - in quanto meccanismo di funzionamento

dell'ideologia in generale- "non ha storia" in un senso che , contrariamente a

quello dell'ideologia tedesca, è assolutamente positivo. Questo perchè egli

individua nell'ideologia la proprietà di essere dotata di una struttura e di un

funzionamento tali da farne una realtà onnistorica , quindi non-storica, nel

senso che questo funzionamento è presente, sotto la stessa forma, all'interno di

tutta la storia universale.

«Se eterno vuol dire non trascendente tutta la storia (temporale) , ma

onnipresente , metastorico, quindi immutabile nella sua forma per tutta

l'estensione della storia, riprenderò parola per parola l'espressione di Freud e

scriverò: l'ideologia è eterna, proprio come l'inconscio»158

L'ideologia, quindi, rappresenta il modo in cui gli individui

s'immaginano il loro stesso rapporto con le proprie condizioni d'esistenza. Non

è il proprio mondo reale che gli uomini si rappresentano nell'ideologia ma è

primariamente il loro rapporto con queste condizioni di esistenza a essere al

centro della rappresentazione ideologica: ed è in questo rapporto che è

contenuta la causa che deve rendere conto della deformazione immaginaria

della rappresentazione ideologica del mondo reale. Non sono i rapporti di

produzione esistenti a essere rappresentati nell'ideologia ma propriamente il

rapporto che gli uomini intrattengono con questi rapporti di produzione e i

rapporti che da essi ne derivano. «Se le cose stanno così, l'interrogativo circa la

"causa" della deformazione immaginaria dei rapporti reali nell'ideologia cade,

deve essere sostituito con un altro interrogativo: perchè è necessariamente

immaginaria la rappresentazione data agli individui del loro rapporto

(individuale) con i rapporti sociali che governano le loro condizioni d'esistenza

e la loro vita collettiva e individuale? E qual è la natura di

quest'immaginario?»

Althusser ,nel costruire la sua risposta a questo interrogativo, rivendica

in primo luogo "l'esistenza materiale dell'ideologia". Egli afferma che

solamente un'ideologia dell' "idea" e dell' "ideologia" può concepire

un'esistenza solo ideale e spirituale delle "idee". Ogni apparato ideologico di

Stato è, come abbiamo visto, la realizzazione di un'ideologia in una specifica

unità di diverse ideologie regionali ed è da questa premessa che il filosofo

francese afferma l'esistenza materiale di un'ideologia in ogni apparato e nelle

sue pratiche.

È quindi necessario indagare cosa avviene negli "individui" che vivono

secondo un'ideologia che altro non è che una determinata rappresentazione del

mondo la cui deformazione immaginaria dipende dal loro rapporto

immaginario con le loro condizioni d'esistenza, cioè, in ultima istanza, con i

rapporti di produzione e con i rapporti di classe.

Althusser constata che in un individuo che crede, «questa fede proviene

dalle idee di quest'individuo, quindi da lui, come soggetto che ha una

coscienza, nella quale sono contenute le idee della sua fede.»160 E' da questo

dispositivo concettuale, quello di un soggetto di una coscienza che sceglie

liberamente le idee alle quali crede, che questo stesso soggetto fa derivare il

suo comportamento. Un soggetto adotta un particolare tipo di comportamento,

esegue una particolare azione o partecipa a una determinata pratica a seconda

delle idee - regolate dall'apparato ideologico da cui dipendono- che egli ha

scelto "liberamente e in tutta coscienza in quanto soggetto". Althusser osserva

che la stessa rappresentazione ideologica dell'ideologia è costretta a

riconoscere che ogni soggetto dotato di una coscienza e che creda alle idee che

questa coscienza gli ispira deve "agire secondo le sue idee" e, quindi, far

combaciare gli atti delle sue pratiche materiali con le proprie idee di soggetto

libero. Anche l'ideologia dell'ideologia, quindi, riconosce che le idee di un

soggetto umano esistono nei suoi atti e «in caso contrario, gli presta idee

corrispondenti agli atti (persino perversi) che compie»161 ;Althusser parla

,invece, di atti inseriti in pratiche regolate da rituali nei quali esse s'iscrivono,

all'interno dell'esistenza di un apparato ideologico.

«Diremo dunque, per prendere in considerazione un solo soggetto

(questo individuo), che l'esistenza delle idee della sua fede è materiale, in

quanto le sue idee sono i suoi atti materiali inseriti in pratiche materiali regolate

da rituali materiali, essi stessi definiti dall'apparato ideologico materiale che

produce le idee di questo soggetto»

Le idee, in quanto oggetti dotati di un'esistenza spirituale, sono sparite

nel momento in cui la loro esistenza è stata iscritta all'interno di atti regolati da

rituali definiti da un apparato ideologico .Per Althusser è, quindi, chiaro che un

soggetto agisce in quanto è agito da un'ideologia esistente in un apparato

ideologico che gli prescrive delle pratiche all'interno di rituali, le quali pratiche

esistono negli atti materiali di un soggetto che agisce in "tutta coscienza

secondo la propria fede". Il filosofo francese enuncia quindi due tesi in cui

esprime, da un lato, l'impossibilità di una pratica che "per opera e sotto

un'ideologia" e, dall'altro, l'impossibilità di un'ideologia "che per opera di un

soggetto e per dei soggetti "; la tesi cioè che la destinazione di ogni ideologia è

un soggetto e che questo funzionamento non è possibile che non per opera del

funzionamento stesso della categoria di soggetto. Questa stessa categoria è in

Althusser il fondamento di ogni ideologia, ma lo è in quanto la funzione di ogni

ideologia - e quindi il funzionamento in generale dell'ideologia- è quella di

costituire individui in quanto soggetti. Ed è esattamente in questa doppia

costituzione, nell'ideologia generale che fonda il soggetto su cui poi si fonda il

funzionamento e la destinazione delle ideologie, «che consiste il

funzionamento di ogni ideologia, dato che l'ideologia non è altro che il suo

funzionamento nelle forme materiali della esistenza di questo

funzionamento»163 L'evidenza primaria della categoria di soggetto, quindi il

nostro riconoscerci immediatamente come soggetti senza il minimo sospetto di

alcuna "intermediazione ideologica", non costituisce secondo il filosofo

francese un problema. Questo perchè proprio il "riconoscere in quanto

evidente" ciò su cui l'ideologia ci interpella risulta essere l'effetto ideologico

elementare: è ,infatti, un effetto primario dell'ideologia quello di imporre le

evidenze come tali, ed è questo riconoscimento dell'evidenza in quanto "realtà"

, quando ad esempio noi ci "riconosciamo in quanto soggetti", a essere uno dei

due effetti dell'ideologia in generale (l'altro è il suo contrario: il

misconoscimento, quello che nella pratica dell'ideologia ci nasconde il suo

vero oggetto e funzionamento, la riproduzione dei rapporti di produzione).

La pratica del riconoscimento ideologico è eterna, e noi la rinnoviamo

quotidianamente nei rituali più elementari (la stretta di mano, il chiamarsi per

nome etc.), ma questo riconoscerci in questi rituali e nella nostra pratica del

riconoscimento ideologico non ci dà immediatamente la conoscenza del

funzionamento scientifico del meccanismo di questo riconoscimento. Per

Althusser è, quindi, necessario arrischiarsi in un discorso che provi a rompere

con l'ideologia per iniziare un discorso scientifico e, in quanto tale, senza

soggetto, sull'ideologia. Althusser afferma che «ogni ideologia interpella gli

individui concreti in quanto soggetti concreti, mediante il funzionamento della

categoria di soggetto» 164 ma al contempo specifica che non esiste una

successione temporale: l'esistenza dell'ideologia e il suo interpellare gli

individui come soggetti sono una stessa e unica cosa.

L'ideologia non ha un di fuori (per lei) - cioè nessuna ideologia dice mai

"sono ideologica" e, infatti, uno degli effetti primari dell'ideologia è la

negazione del suo carattere ideologico ed è questo il motivo per cui coloro che

sono nell'ideologia si credono al di fuori di essa- ma al contempo essa "non è

che di fuori" per la scienza e per la realtà. Althusser compie un altro passo nel

riprendere la tesi dell'eternità dell'ideologia e nel farne conseguire la

conclusione che, se l'ideologia interpella gli individui in quanto soggetti e se

essa è eterna, è necessario sopprimere nel funzionamento dell'ideologia in

generale ogni forma di temporalità; questo non vuol dire altro che "gli

individui sono stati sempre-già interpellati dall'ideologia in quanto soggetti" e

che quindi "gli individui sono sempre già soggetti", come è facile intuire

nell'esempio del bambino che prima ancora di nascere è già soggetto,

assegnato all'essere "nella e dalla configurazione ideologica nella quale è

atteso" : nelle forme del riconoscimento ideologico è quindi "l'individuo" a

essere astratto rispetto al soggetto che è sempre già.

Althusser analizza quindi l'ideologia cristiana in quanto esempio di

funzionamento del meccanismo dell'interpellanza-riconoscimento per provare

a definire la teoria del funzionamento in generale dell'ideologia. Il Dio del

vecchio testamento, infatti , si definisce da solo in quanto" Soggetto Assoluto"

e come colui che interpella il suo soggetto, Mosè, che chiamato "col suo nome"

e quindi avendo riconosciuto di essere proprio quello che era stato chiamato da

Dio, riconosce di essere soggetto, soggetto di Dio, assoggettato a Dio.

Riconosce di essere soggetto per il Soggetto e assoggettato al Soggetto e quindi

non può far altro che obbedirgli e far obbedire il suo popolo agli ordini di Dio.

Attraverso questo esempio trae la conclusione che la struttura di ogni

ideologia, interpellando gli individui in nome di un Soggetto unico e assoluto

(Dio, la Giustizia, la Morale, la Fede, l'Uomo, il Profitto etc.), ha una funzione

doppiamente speculare: questo raddoppiamento speculare, secondo Althusser,

costituisce in definitiva l'esistenza stessa dell'ideologia e ne assicura il

funzionamento. Questo significa che l'ideologia è centrata, il Signore occupa il

posto unico del Centro interpellando intorno a sé l'infinità di individui in

quanto soggetti in questo duplice rapporto speculare che è tale «da assoggettare

i soggetti al Soggetto, dando loro, nel Soggetto dove ogni soggetto può

contemplare la propria immagine (presente e futura), la garanzia che è proprio

di loro e di Lui che si tratta e che, visto che tutto avviene in Famiglia (la Sacra

Famiglia: la Famiglia è per essenza sacra) , " Dio vi riconoscerà suoi" , cioè

coloro che avranno riconosciuto Dio e si saranno riconosciuti in lui, proprio

costoro saranno salvati.»165 La struttura speculare raddoppiata dell'ideologia

assicura nello stesso momento: l'interpellanza degli "individui" in quanto

soggetti; il loro assoggettamento al Soggetto; il riconoscimento reciproco tra i

soggetti e il Soggetto e tra i soggetti e se stessi, e quindi finalmente il

riconoscimento di se stesso da parte del soggetto; e ,infine, la garanzia assoluta

che è tutto proprio così, l'evidenza della realtà dell'ideologia. Althusser

afferma che i soggetti presi in questo sistema "marciano da soli" - a eccezioni

dei "cattivi soggetti" di cui si occupano i distaccamenti dell'apparato

repressivo di Stato- e s'inseriscono nelle pratiche governate dai rituali degli

apparati ideologici di Stato , riconoscendo lo stato di cose esistenti il quale " è

proprio vero che è così, e non altrimenti".

«Si, i soggetti marciano da soli. Tutto il mistero di questo effetto risiede

nei due primi momenti del sistema quadruplo di cui parlavamo o, se lo

preferite, nell'ambiguità del termine soggetto. Nell'accezione corrente del

termine, soggetto significa infatti 1) una soggettività libera: un centro d'

iniziative, autore e responsabile delle sue azioni 2) un essere assoggettato e

sottoposto ad un'autorità superiore, spogliato quindi di ogni libertà salvo che

accettare liberamente la sua sottomissione. Quest'ultima annotazione ci dà il

senso di quest'ambiguità, che riflette solo l'effetto che la produce: l'individuo è

interpellato come soggetto (libero) affinchè si sottometta liberamente agli

ordini del Soggetto, affinchè accetti quindi (liberamente) il suo

assoggettamento, perchè cioè "compia da solo" i gesti e gli atti del suo

assoggettamento. Non vi sono soggetti che per effetto e allo scopo del loro

assoggettamento. Questa è la ragione per cui marciano da soli.»166

Il riconoscimento della realtà in quanto l'unica possibile , "il così sia"

althusseriano, come effetto del meccanismo di assoggettamento dell'ideologia

prova che le cose sono come devono essere per assicurare la riproduzione dei

rapporti di produzione fin dentro il processo di produzione e circolazione, che

sono assicurati ogni giorno nella "coscienza" e, quindi, nell' "assoggettamento"

e, quindi, nel comportamento degli individui-soggetti che occupano i posti che

la divisione sociale del lavoro assegna loro nella produzione, nello

sfruttamento, nella repressione, nell'ideologizzazione o nella pratica

scientifica. Quando si parla del meccanismo del riconoscimento speculare del

Soggetto e degli individui interpellati come soggetti e della garanzia data dal

Soggetto ai soggetti, la realtà di cui si parla secondo Althusser non è nient'altro

che quella che è misconosciuta nelle stesse forme del riconoscimento: la

riproduzione dei rapporti di produzione e dei rapporti che ne derivano.

Il meccanismo generale dell'ideologia è però un meccanismo astratto

rispetto a qualsiasi formazione ideologica reale. Avanzando l'ipotesi che le

ideologie si realizzano all'interno delle istituzioni e delle loro pratiche,

Althusser ha mostrato in che modo concorrono a quella forma della lotta delle

classi che è la riproduzione dei rapporti di produzione ,ma anche questo punto

di vista resta astratto: lo Stato e i suoi apparati non hanno senso ,per il filosofo

francese, che dal punto di vista della lotta delle classi, come apparato della lotta

delle classi che assicura l'oppressione di classe e garantisce le condizioni dello

sfruttamento: sono le classi antagoniste e la loro lotta a essere il vero oggetto

concreto della riflessione althusseriana. E' questo il motivo per cui gli AIS non

sono la realizzazione dell'ideologia in generale e neanche la realizzazione

senza conflitti dell'ideologia dominante: questa non diventa dominante per

caso e neanche per la "semplice presa del potere"; per Althusser, è con la

creazione degli AIS , dove viene realizzata e si realizza, che essa diviene

dominante. La creazione stessa degli Ais, però, non avviene da sola ma è la

posta e il risultato di una quotidiana e durissima lotta di classe. Ma in definitiva

anche questo punto di vista della lotta di classe negli Ais resta astratto, perchè

la lotta di classe negli Ais non è che un aspetto, per quanto sintomatico, della

lotta di classe in generale che trascende di gran lunga gli Ais. L'ideologia che

una classe al potere rende dominante negli Ais si realizza in questi Ais, ma li

trascende perchè viene da altrove, così come l'ideologia che una classe

dominata porta e difende dentro questi Ais li trascende perchè viene da altrove:

è quindi solo dal punto di vista delle classi e della lotta di classe che possiamo

dar conto delle ideologie che esistono in una formazione sociale. Ma

soprattutto è partendo da lì che è necessario capire da dove provengono le

ideologie che si realizzano negli Ais e al cui interno si confrontano.

Rappresentando, infatti, gli Ais la forma in cui l'ideologia della classe

dominante deve realizzarsi e quella in cui l'ideologia della classe dominata

deve ingaggiare battaglia, è necessario concludere che le ideologie non nascono

negli Ais bensì «dalle classi sociali prese nella lotta delle classi: dalle loro

condizioni di esistenza, dalle loro pratiche, dalle loro esperienze di lotta167

Althusser utilizza la sua teoria dell'ideologia, quindi, per specificare al

meglio non solo il ruolo dello Stato e dei suoi apparati ideologici di Stato e del

rapporto tra struttura/sovrastruttura, ma anche per evidenziare gli errori di

analisi e di comprensione di questi meccanismi da parte dei movimenti politici

e del partito. Egli ne Lo Stato e i suoi apparati non manca di criticare, infatti, il

mito totalitario "del Grande Inquisitore" e il mito anarchico del "poliziotto

onnipresente nella vostra testa" che secondo lui si basano su una stessa

concezione anti-marxista del funzionamento della società. Questa è una

concezione che inverte l'ordine reale delle cose, collocando la sovrastruttura al

posto dell'infrastruttura e quindi sacrificando la centralità dello sfruttamento in

nome della repressione o in maniera ancora più grave «dichiarava che, allo

'stadio del capitalismo monopolistico di Stato', presentato come lo stadio

ultimo dell'imperialismo, lo sfruttamento è ormai ridotto alla sua "essenza" , la

repressione o , se si accetta questa sfumatura, che lo sfruttamento è diventato

praticamente repressione168 Althusser ritiene che queste parole d'ordine

meritano di entrare nella "storia dei capolavori dell'errore teorico-politico":

queste, infatti, sostituiscono le idee con il poliziotto e, quindi, il ruolo di

assoggettamento esercitato dall'ideologia borghese con il ruolo repressivo degli

apparati repressivi di Stato e, quindi, dalla polizia.

«Ecco dunque anche perché, dopo aver riconosciuto che lo sfruttamento

non si riduce alla repressione, e che gli apparati di Stato non si riducono al solo

apparato repressivo; dopo aver riconosciuto che gli individui non hanno un

"poliziotto" personale al culo o "nella testa" è necessario mostrare come

funziona l'ideologia che è realizzata negli apparati ideologici di Stato, e che

ottiene questo risultato di classe stupefacente ma del tutto "naturale": vale a

dire che gli individui concreti "agiscono" e che è l'ideologia che li fa agire.»169

Althusser, quindi, può concludere la sua riflessione sullo Stato

affermando che gli apparati ideologici di Stato presentano una doppia

particolarità: da un lato essi appartengono alla sovrastruttura e quindi

assicurano - sotto l'egida dell'apparato repressivo di Stato- la riproduzione dei

rapporti di produzione; dall'altra parte nel constatare che essi assicurano questa

stessa riproduzione all'interno della coscienza dei soggetti agenti della

produzione, dello sfruttamento e dell'assoggettamento non può che affermare e

aggiungere che questa riproduzione dei rapporti di produzione tramite gli Ais e

i loro effetti ideologici è assicurata nel funzionamento della produzione stessa.

«Detto altrimenti, l'esteriorità della sovrastruttura in rapporto all'infrastruttura

pur essendo fondata nel principio, pur essendo una tesi senza la quale niente è

intellegibile nella struttura e nel funzionamento di un modo di produzione, e

dunque di una formazione sociale, questa esteriorità si esercita in larga parte,

sotto forma di interiorità Questo lo porta a concludere che, essendo

l'infrastruttura dominata dai rapporti di produzione e considerando che questi

stessi rapporti di produzione funzionano allo stesso tempo come rapporti di

produzione e come rapporti di sfruttamento, il funzionamento dei rapporti di

produzione è assicurato , nella produzione stessa, da una combinazione di

ideologia e repressione in cui l'ideologia ha il ruolo dominante. Il ruolo della

sovrastruttura non è, dunque, solo quello di assicurare la perpetuazione dello

sfruttamento della classe dominata e, dunque, la riproduzione dei rapporti di

produzione e, quindi, dei rapporti di sfruttamento. Così come il Diritto è un

apparato ideologico di Stato specializzato nel garantire il funzionamento dei

rapporti di produzione (e quindi non solo la riproduzione) è necessario adesso,

dopo l'esame del funzionamento specifico dell'ideologia e

dell'assoggettamento, estendere questa funzione a tutti gli apparati ideologici

di Stato che non assicurano la riproduzione delle condizioni di produzione se

non a condizione di assicurare, per una parte del proprio intervento, il gioco

stesso dei rapporti di produzione. È quindi chiaro che le sovrapposizioni,

assolutamente precise e determinate, tra struttura e sovrastruttura si esercitano

innanzitutto tramite gli apparati ideologici di stato.

*Capitolo 8 della tesi di laurea in Filosofia della Storia, Sfuttamento, Stato e ideologia in Luis Althusser. Università degli Studi di Napoli "Federico II".In Althusser, come abbiamo visto fin qui, i protagonisti della storia sono

determinate società umane che si presentano in quanto totalità di elementi

surdeterminati la cui unità è costituita da un certo tipo specifico di complessità

che può ridursi, però, per un'esigenza di semplicità, a tre diversi livelli: l'

economico, il politico e l'ideologico. L'ideologia nel pensiero di Althusser fa,

dunque, organicamente parte della totalità sociale, essa è prodotta dalle società

umane in quanto «elemento e l'atmosfera stessa indispensabili alla loro

respirazione, alla loro vita storica.Solo una concezione ideologica del mondo

ha potuto immaginare delle società senza ideologie, e ammettere l'idea utopica

di un mondo in cui l'ideologia (e non una sua particolare forma storica) potesse

sparire senza lasciare traccia, per essere sostituita dalla scienza.»156

Lo stesso materialismo storico non può concepire una società, fosse

anche quella comunista, che possa fare a meno dell'ideologia poichè essa in

primo luogo è un sistema di rappresentazioni che non hanno quasi mai a che

155

Althusser L., Lo Stato e i suoi apparati, tr.it di R.Finelli, Editori Riuniti, Roma, 1997,p.14

156

Althusser L., Per Marx , tr. It. di A.Cavazzini,D.Contadini,F.Del Lucchese, C. Lo Iacono, V.

Morfino, M.Turchetto, M.Vanzulli, Mimesis Althusseriana, Milano, 2008,p. 203

87

vedere con la coscienza: essa può essere un'immagine o un concetto, ma è

come struttura che s'impone, in maniera incosciente, alla maggior parte degli

uomini. Gli uomini, infatti, «vivono la loro ideologia così come il cartesiano

"vedeva" o non vedeva - se non la fissava - la luna a duecento passi: per niente

come una forma della coscienza, ma come un oggetto del loro "mondo", come

il loro mondo stesso»157 In Althusser gli uomini non esprimono nell'ideologia

il proprio rapporto con le condizioni di esistenza, come vuole il marxismo nella

sua forma classica, ma "il modo in cui vivono il proprio rapporto con le

condizioni d'esistenza": questo presuppone un rapporto reale e un rapporto che,

in quanto vissuto, è immaginario. Nel saggio marxismo e umanismo Althusser

afferma che nell'ideologia il rapporto reale è immediatamente investito dal

rapporto immaginario ed è in questa "surdeterminazione del reale da parte

dell'immaginario e dell'immaginario da parte del reale" che l'ideologia si

dimostra come un elemento attivo all'interno del tutto sociale: essa infatti può

rinforzare o modificare il rapporto tra gli uomini e le loro condizioni di

esistenza entro un rapporto esso stesso immaginario. Ad esempio,

nell'ideologia della libertà, la borghesia vive il suo rapporto reale, e quindi il

diritto dell'economia capitalistica liberale, investito in un rapporto immaginario

in cui si afferma che " tutti gli uomini sono liberi ivi compresi i lavoratori

liberi". L'ideologia in quanto sistema di rappresentazione di massa è

indispensabile - nella teoria althusseriana- a ogni società nel formare e

trasformare gli uomini mettendoli in grado di rispondere alle proprie condizioni

di esistenza e, quindi, di riprodurre le condizioni del suo specifico modo di

produzione.

In Marx l'ideologia è, invece, una costruzione puramente immaginaria,

un sogno costituito dai "resti diurni" della realtà piena e positiva della storia

concreta degli individui concreti che producono materialmente la propria

esistenza. Ne L'Ideologia tedesca Marx afferma che l'ideologia non ha storia e,

dato che esiste un'unica storia reale - quella degli individui concreti - la sua

storia è fuori di essa. Per Althusser la tesi presente ne L'ideologia tedesca è una

157

Ivi, p.204

88

tesi che ha una visione dell'ideologia puramente negativa perchè ha il duplice

significato di affermare sia che l'ideologia non è nulla in quanto sogno

determinato dall'alienazione nella divisione del lavoro e sia che l'ideologia non

ha storia ,non in quanto non ha una storia, ma in quanto -essendo un riflesso

vuoto della storia reale- essa non ha una "sua" storia. Althusser contrappone a

questa teoria dell'ideologia la tesi secondo cui non solo le ideologie hanno una

propria storia determinata in ultima istanza dalla lotta di classe ma che , allo

stesso tempo, l' ideologia - in quanto meccanismo di funzionamento

dell'ideologia in generale- "non ha storia" in un senso che , contrariamente a

quello dell'ideologia tedesca, è assolutamente positivo. Questo perchè egli

individua nell'ideologia la proprietà di essere dotata di una struttura e di un

funzionamento tali da farne una realtà onnistorica , quindi non-storica, nel

senso che questo funzionamento è presente, sotto la stessa forma, all'interno di

tutta la storia universale.

«Se eterno vuol dire non trascendente tutta la storia (temporale) , ma

onnipresente , metastorico, quindi immutabile nella sua forma per tutta

l'estensione della storia, riprenderò parola per parola l'espressione di Freud e

scriverò: l'ideologia è eterna, proprio come l'inconscio»158

L'ideologia, quindi, rappresenta il modo in cui gli individui

s'immaginano il loro stesso rapporto con le proprie condizioni d'esistenza. Non

è il proprio mondo reale che gli uomini si rappresentano nell'ideologia ma è

primariamente il loro rapporto con queste condizioni di esistenza a essere al

centro della rappresentazione ideologica: ed è in questo rapporto che è

contenuta la causa che deve rendere conto della deformazione immaginaria

della rappresentazione ideologica del mondo reale. Non sono i rapporti di

produzione esistenti a essere rappresentati nell'ideologia ma propriamente il

rapporto che gli uomini intrattengono con questi rapporti di produzione e i

rapporti che da essi ne derivano. «Se le cose stanno così, l'interrogativo circa la

"causa" della deformazione immaginaria dei rapporti reali nell'ideologia cade,

158

Althusser L., 1964, «Ideologia e apparati ideologici di Stato» in Freud et Lacan, Gallimard, Paris;

tr. it.,1977, Freud e Lacan, Editori Riuniti, Roma., p.98

89

e deve essere sostituito con un altro interrogativo: perchè è necessariamente

immaginaria la rappresentazione data agli individui del loro rapporto

(individuale) con i rapporti sociali che governano le loro condizioni d'esistenza

e la loro vita collettiva e individuale? E qual è la natura di

quest'immaginario?»159

Althusser ,nel costruire la sua risposta a questo interrogativo, rivendica

in primo luogo "l'esistenza materiale dell'ideologia". Egli afferma che

solamente un'ideologia dell' "idea" e dell' "ideologia" può concepire

un'esistenza solo ideale e spirituale delle "idee". Ogni apparato ideologico di

Stato è, come abbiamo visto, la realizzazione di un'ideologia in una specifica

unità di diverse ideologie regionali ed è da questa premessa che il filosofo

francese afferma l'esistenza materiale di un'ideologia in ogni apparato e nelle

sue pratiche.

È quindi necessario indagare cosa avviene negli "individui" che vivono

secondo un'ideologia che altro non è che una determinata rappresentazione del

mondo la cui deformazione immaginaria dipende dal loro rapporto

immaginario con le loro condizioni d'esistenza, cioè, in ultima istanza, con i

rapporti di produzione e con i rapporti di classe.

Althusser constata che in un individuo che crede, «questa fede proviene

dalle idee di quest'individuo, quindi da lui, come soggetto che ha una

coscienza, nella quale sono contenute le idee della sua fede.»160 E' da questo

dispositivo concettuale, quello di un soggetto di una coscienza che sceglie

liberamente le idee alle quali crede, che questo stesso soggetto fa derivare il

suo comportamento. Un soggetto adotta un particolare tipo di comportamento,

esegue una particolare azione o partecipa a una determinata pratica a seconda

delle idee - regolate dall'apparato ideologico da cui dipendono- che egli ha

scelto "liberamente e in tutta coscienza in quanto soggetto". Althusser osserva

che la stessa rappresentazione ideologica dell'ideologia è costretta a

riconoscere che ogni soggetto dotato di una coscienza e che creda alle idee che

159Ivi, p. 102

160

Ivi, p. 104.

90

questa coscienza gli ispira deve "agire secondo le sue idee" e, quindi, far

combaciare gli atti delle sue pratiche materiali con le proprie idee di soggetto

libero. Anche l'ideologia dell'ideologia, quindi, riconosce che le idee di un

soggetto umano esistono nei suoi atti e «in caso contrario, gli presta idee

corrispondenti agli atti (persino perversi) che compie»161 ;Althusser parla

,invece, di atti inseriti in pratiche regolate da rituali nei quali esse s'iscrivono,

all'interno dell'esistenza di un apparato ideologico.

«Diremo dunque, per prendere in considerazione un solo soggetto

(questo individuo), che l'esistenza delle idee della sua fede è materiale, in

quanto le sue idee sono i suoi atti materiali inseriti in pratiche materiali regolate

da rituali materiali, essi stessi definiti dall'apparato ideologico materiale che

produce le idee di questo soggetto»162

Le idee, in quanto oggetti dotati di un'esistenza spirituale, sono sparite

nel momento in cui la loro esistenza è stata iscritta all'interno di atti regolati da

rituali definiti da un apparato ideologico .Per Althusser è, quindi, chiaro che un

soggetto agisce in quanto è agito da un'ideologia esistente in un apparato

ideologico che gli prescrive delle pratiche all'interno di rituali, le quali pratiche

esistono negli atti materiali di un soggetto che agisce in "tutta coscienza

secondo la propria fede". Il filosofo francese enuncia quindi due tesi in cui

esprime, da un lato, l'impossibilità di una pratica che "per opera e sotto

un'ideologia" e, dall'altro, l'impossibilità di un'ideologia "che per opera di un

soggetto e per dei soggetti "; la tesi cioè che la destinazione di ogni ideologia è

un soggetto e che questo funzionamento non è possibile che non per opera del

funzionamento stesso della categoria di soggetto. Questa stessa categoria è in

Althusser il fondamento di ogni ideologia, ma lo è in quanto la funzione di ogni

ideologia - e quindi il funzionamento in generale dell'ideologia- è quella di

costituire individui in quanto soggetti. Ed è esattamente in questa doppia

costituzione, nell'ideologia generale che fonda il soggetto su cui poi si fonda il

funzionamento e la destinazione delle ideologie, «che consiste il

161

Ibidem

162

Ivi, p. 106

91

funzionamento di ogni ideologia, dato che l'ideologia non è altro che il suo

funzionamento nelle forme materiali della esistenza di questo

funzionamento»163 L'evidenza primaria della categoria di soggetto, quindi il

nostro riconoscerci immediatamente come soggetti senza il minimo sospetto di

alcuna "intermediazione ideologica", non costituisce secondo il filosofo

francese un problema. Questo perchè proprio il "riconoscere in quanto

evidente" ciò su cui l'ideologia ci interpella risulta essere l'effetto ideologico

elementare: è ,infatti, un effetto primario dell'ideologia quello di imporre le

evidenze come tali, ed è questo riconoscimento dell'evidenza in quanto "realtà"

, quando ad esempio noi ci "riconosciamo in quanto soggetti", a essere uno dei

due effetti dell'ideologia in generale (l'altro è il suo contrario: il

misconoscimento, quello che nella pratica dell'ideologia ci nasconde il suo

vero oggetto e funzionamento, la riproduzione dei rapporti di produzione).

La pratica del riconoscimento ideologico è eterna, e noi la rinnoviamo

quotidianamente nei rituali più elementari (la stretta di mano, il chiamarsi per

nome etc.), ma questo riconoscerci in questi rituali e nella nostra pratica del

riconoscimento ideologico non ci dà immediatamente la conoscenza del

funzionamento scientifico del meccanismo di questo riconoscimento. Per

Althusser è, quindi, necessario arrischiarsi in un discorso che provi a rompere

con l'ideologia per iniziare un discorso scientifico e, in quanto tale, senza

soggetto, sull'ideologia. Althusser afferma che «ogni ideologia interpella gli

individui concreti in quanto soggetti concreti, mediante il funzionamento della

categoria di soggetto» 164 ma al contempo specifica che non esiste una

successione temporale: l'esistenza dell'ideologia e il suo interpellare gli

individui come soggetti sono una stessa e unica cosa.

L'ideologia non ha un di fuori (per lei) - cioè nessuna ideologia dice mai

"sono ideologica" e, infatti, uno degli effetti primari dell'ideologia è la

negazione del suo carattere ideologico ed è questo il motivo per cui coloro che

sono nell'ideologia si credono al di fuori di essa- ma al contempo essa "non è

163

Ivi,p. 108

164Ivi,p. 11

92

che di fuori" per la scienza e per la realtà. Althusser compie un altro passo nel

riprendere la tesi dell'eternità dell'ideologia e nel farne conseguire la

conclusione che, se l'ideologia interpella gli individui in quanto soggetti e se

essa è eterna, è necessario sopprimere nel funzionamento dell'ideologia in

generale ogni forma di temporalità; questo non vuol dire altro che "gli

individui sono stati sempre-già interpellati dall'ideologia in quanto soggetti" e

che quindi "gli individui sono sempre già soggetti", come è facile intuire

nell'esempio del bambino che prima ancora di nascere è già soggetto,

assegnato all'essere "nella e dalla configurazione ideologica nella quale è

atteso" : nelle forme del riconoscimento ideologico è quindi "l'individuo" a

essere astratto rispetto al soggetto che è sempre già.

Althusser analizza quindi l'ideologia cristiana in quanto esempio di

funzionamento del meccanismo dell'interpellanza-riconoscimento per provare

a definire la teoria del funzionamento in generale dell'ideologia. Il Dio del

vecchio testamento, infatti , si definisce da solo in quanto" Soggetto Assoluto"

e come colui che interpella il suo soggetto, Mosè, che chiamato "col suo nome"

e quindi avendo riconosciuto di essere proprio quello che era stato chiamato da

Dio, riconosce di essere soggetto, soggetto di Dio, assoggettato a Dio.

Riconosce di essere soggetto per il Soggetto e assoggettato al Soggetto e quindi

non può far altro che obbedirgli e far obbedire il suo popolo agli ordini di Dio.

Attraverso questo esempio trae la conclusione che la struttura di ogni

ideologia, interpellando gli individui in nome di un Soggetto unico e assoluto

(Dio, la Giustizia, la Morale, la Fede, l'Uomo, il Profitto etc.), ha una funzione

doppiamente speculare: questo raddoppiamento speculare, secondo Althusser,

costituisce in definitiva l'esistenza stessa dell'ideologia e ne assicura il

funzionamento. Questo significa che l'ideologia è centrata, il Signore occupa il

posto unico del Centro interpellando intorno a sé l'infinità di individui in

quanto soggetti in questo duplice rapporto speculare che è tale «da assoggettare

i soggetti al Soggetto, dando loro, nel Soggetto dove ogni soggetto può

contemplare la propria immagine (presente e futura), la garanzia che è proprio

di loro e di Lui che si tratta e che, visto che tutto avviene in Famiglia (la Sacra

93

Famiglia: la Famiglia è per essenza sacra) , " Dio vi riconoscerà suoi" , cioè

coloro che avranno riconosciuto Dio e si saranno riconosciuti in lui, proprio

costoro saranno salvati.»165 La struttura speculare raddoppiata dell'ideologia

assicura nello stesso momento: l'interpellanza degli "individui" in quanto

soggetti; il loro assoggettamento al Soggetto; il riconoscimento reciproco tra i

soggetti e il Soggetto e tra i soggetti e se stessi, e quindi finalmente il

riconoscimento di se stesso da parte del soggetto; e ,infine, la garanzia assoluta

che è tutto proprio così, l'evidenza della realtà dell'ideologia. Althusser

afferma che i soggetti presi in questo sistema "marciano da soli" - a eccezioni

dei "cattivi soggetti" di cui si occupano i distaccamenti dell'apparato

repressivo di Stato- e s'inseriscono nelle pratiche governate dai rituali degli

apparati ideologici di Stato , riconoscendo lo stato di cose esistenti il quale " è

proprio vero che è così, e non altrimenti".

«Si, i soggetti marciano da soli. Tutto il mistero di questo effetto risiede

nei due primi momenti del sistema quadruplo di cui parlavamo o, se lo

preferite, nell'ambiguità del termine soggetto. Nell'accezione corrente del

termine, soggetto significa infatti 1) una soggettività libera: un centro d'

iniziative, autore e responsabile delle sue azioni 2) un essere assoggettato e

sottoposto ad un'autorità superiore, spogliato quindi di ogni libertà salvo che

accettare liberamente la sua sottomissione. Quest'ultima annotazione ci dà il

senso di quest'ambiguità, che riflette solo l'effetto che la produce: l'individuo è

interpellato come soggetto (libero) affinchè si sottometta liberamente agli

ordini del Soggetto, affinchè accetti quindi (liberamente) il suo

assoggettamento, perchè cioè "compia da solo" i gesti e gli atti del suo

assoggettamento. Non vi sono soggetti che per effetto e allo scopo del loro

assoggettamento. Questa è la ragione per cui marciano da soli.»166

Il riconoscimento della realtà in quanto l'unica possibile , "il così sia"

althusseriano, come effetto del meccanismo di assoggettamento dell'ideologia

prova che le cose sono come devono essere per assicurare la riproduzione dei

165Ivi, p. 117.

166

Ivi, p. 119

94

rapporti di produzione fin dentro il processo di produzione e circolazione, che

sono assicurati ogni giorno nella "coscienza" e, quindi, nell' "assoggettamento"

e, quindi, nel comportamento degli individui-soggetti che occupano i posti che

la divisione sociale del lavoro assegna loro nella produzione, nello

sfruttamento, nella repressione, nell'ideologizzazione o nella pratica

scientifica. Quando si parla del meccanismo del riconoscimento speculare del

Soggetto e degli individui interpellati come soggetti e della garanzia data dal

Soggetto ai soggetti, la realtà di cui si parla secondo Althusser non è nient'altro

che quella che è misconosciuta nelle stesse forme del riconoscimento: la

riproduzione dei rapporti di produzione e dei rapporti che ne derivano.

Il meccanismo generale dell'ideologia è però un meccanismo astratto

rispetto a qualsiasi formazione ideologica reale. Avanzando l'ipotesi che le

ideologie si realizzano all'interno delle istituzioni e delle loro pratiche,

Althusser ha mostrato in che modo concorrono a quella forma della lotta delle

classi che è la riproduzione dei rapporti di produzione ,ma anche questo punto

di vista resta astratto: lo Stato e i suoi apparati non hanno senso ,per il filosofo

francese, che dal punto di vista della lotta delle classi, come apparato della lotta

delle classi che assicura l'oppressione di classe e garantisce le condizioni dello

sfruttamento: sono le classi antagoniste e la loro lotta a essere il vero oggetto

concreto della riflessione althusseriana. E' questo il motivo per cui gli AIS non

sono la realizzazione dell'ideologia in generale e neanche la realizzazione

senza conflitti dell'ideologia dominante: questa non diventa dominante per

caso e neanche per la "semplice presa del potere"; per Althusser, è con la

creazione degli AIS , dove viene realizzata e si realizza, che essa diviene

dominante. La creazione stessa degli Ais, però, non avviene da sola ma è la

posta e il risultato di una quotidiana e durissima lotta di classe. Ma in definitiva

anche questo punto di vista della lotta di classe negli Ais resta astratto, perchè

la lotta di classe negli Ais non è che un aspetto, per quanto sintomatico, della

lotta di classe in generale che trascende di gran lunga gli Ais. L'ideologia che

una classe al potere rende dominante negli Ais si realizza in questi Ais, ma li

trascende perchè viene da altrove, così come l'ideologia che una classe

95

dominata porta e difende dentro questi Ais li trascende perchè viene da altrove:

è quindi solo dal punto di vista delle classi e della lotta di classe che possiamo

dar conto delle ideologie che esistono in una formazione sociale. Ma

soprattutto è partendo da lì che è necessario capire da dove provengono le

ideologie che si realizzano negli Ais e al cui interno si confrontano.

Rappresentando, infatti, gli Ais la forma in cui l'ideologia della classe

dominante deve realizzarsi e quella in cui l'ideologia della classe dominata

deve ingaggiare battaglia, è necessario concludere che le ideologie non nascono

negli Ais bensì «dalle classi sociali prese nella lotta delle classi: dalle loro

condizioni di esistenza, dalle loro pratiche, dalle loro esperienze di lotta167

Althusser utilizza la sua teoria dell'ideologia, quindi, per specificare al

meglio non solo il ruolo dello Stato e dei suoi apparati ideologici di Stato e del

rapporto tra struttura/sovrastruttura, ma anche per evidenziare gli errori di

analisi e di comprensione di questi meccanismi da parte dei movimenti politici

e del partito. Egli ne Lo Stato e i suoi apparati non manca di criticare, infatti, il

mito totalitario "del Grande Inquisitore" e il mito anarchico del "poliziotto

onnipresente nella vostra testa" che secondo lui si basano su una stessa

concezione anti-marxista del funzionamento della società. Questa è una

concezione che inverte l'ordine reale delle cose, collocando la sovrastruttura al

posto dell'infrastruttura e quindi sacrificando la centralità dello sfruttamento in

nome della repressione o in maniera ancora più grave «dichiarava che, allo

'stadio del capitalismo monopolistico di Stato', presentato come lo stadio

ultimo dell'imperialismo, lo sfruttamento è ormai ridotto alla sua "essenza" , la

repressione o , se si accetta questa sfumatura, che lo sfruttamento è diventato

praticamente repressione168 Althusser ritiene che queste parole d'ordine

meritano di entrare nella "storia dei capolavori dell'errore teorico-politico":

queste, infatti, sostituiscono le idee con il poliziotto e, quindi, il ruolo di

assoggettamento esercitato dall'ideologia borghese con il ruolo repressivo degli

apparati repressivi di Stato e, quindi, dalla polizia.

167

Ivi, p. 123

168

Althusser L., Lo Stato e i suoi apparati, tr.it di R.Finelli, Editori Riuniti, Roma, 1997, p.181

96

«Ecco dunque anche perchè, dopo aver riconosciuto che lo sfruttamento

non si riduce alla repressione, e che gli apparati di Stato non si riducono al solo

apparato repressivo; dopo aver riconosciuto che gli individui non hanno un

"poliziotto" personale al culo o "nella testa" è necessario mostrare come

funziona l'ideologia che è realizzata negli apparati ideologici di Stato, e che

ottiene questo risultato di classe stupefacente ma del tutto "naturale": vale a

dire che gli individui concreti "agiscono" e che è l'ideologia che li fa agire.»169

Althusser, quindi, può concludere la sua riflessione sullo Stato

affermando che gli apparati ideologici di Stato presentano una doppia

particolarità: da un lato essi appartengono alla sovrastruttura e quindi

assicurano - sotto l'egida dell'apparato repressivo di Stato- la riproduzione dei

rapporti di produzione; dall'altra parte nel constatare che essi assicurano questa

stessa riproduzione all'interno della coscienza dei soggetti agenti della

produzione, dello sfruttamento e dell'assoggettamento non può che affermare e

aggiungere che questa riproduzione dei rapporti di produzione tramite gli Ais e

i loro effetti ideologici è assicurata nel funzionamento della produzione stessa.

«Detto altrimenti, l'esteriorità della sovrastruttura in rapporto all'infrastruttura

pur essendo fondata nel principio, pur essendo una tesi senza la quale niente è

intellegibile nella struttura e nel funzionamento di un modo di produzione, e

dunque di una formazione sociale, questa esteriorità si esercita in larga parte,

sotto forma di interiorità170 Questo lo porta a concludere che, essendo

l'infrastruttura dominata dai rapporti di produzione e considerando che questi

stessi rapporti di produzione funzionano allo stesso tempo come rapporti di

produzione e come rapporti di sfruttamento, il funzionamento dei rapporti di

produzione è assicurato , nella produzione stessa, da una combinazione di

ideologia e repressione in cui l'ideologia ha il ruolo dominante. Il ruolo della

sovrastruttura non è, dunque, solo quello di assicurare la perpetuazione dello

sfruttamento della classe dominata e, dunque, la riproduzione dei rapporti di

169

Ivi,p. 182

170

Ivi, p.203

97

produzione e, quindi, dei rapporti di sfruttamento. Così come il Diritto è un

apparato ideologico di Stato specializzato nel garantire il funzionamento dei

rapporti di produzione (e quindi non solo la riproduzione) è necessario adesso,

dopo l'esame del funzionamento specifico dell'ideologia e

dell'assoggettamento, estendere questa funzione a tutti gli apparati ideologici

di Stato che non assicurano la riproduzione delle condizioni di produzione se

non a condizione di assicurare, per una parte del proprio intervento, il gioco

stesso dei rapporti di produzione. È quindi chiaro che le sovrapposizioni,

assolutamente precise e determinate, tra struttura e sovrastruttura si esercitano

innanzitutto tramite gli apparati ideologici di stato.

*Capitolo 8 della tesi di laurea in Filosofia della Storia, Sfuttamento, Stato e ideologia in Luis Althusser. Università degli Studi di Napoli "Federico II".