UN  TRAMONTO E I SUOI SOGNI

di Benedetto Tudino

Dedicato al tramonto di ieri, visto dalla mia terrazza.

Sapete perché tutti amano i tramonti? Perché in quei momenti sembra che il cielo si ricordi di ognuno di noi e di ciò che ci è accaduto, come se quell'attimo fosse unico nel saper chiudere il racconto di una nostra giornata. Le nuvole, il vento, i colori della luce sono ciò che vogliamo custodire nello scrigno della nostra memoria, mentre lui, il cielo, emozionato, dagli occhi incantati di chi lo ammira, arrossisce di vergogno e guarda, stupito l'incanto di un prodigio.

Quando il sole non c'è più, una strana luce si diffonde fra le nuvole e l'azzurro della sera. Riflessi di ogni blu anneriscono col tempo, mentre strane scie di nebbia fluttuano tra le cime delle montagne più lontane. Sui tetti alti il colore fa spazio all'ombra, gli ultimi rimasugli della luce del sole, che è ormai scomparso oltre i monti, assume forme sfumate e, piano, piano, tutto si fa alone non più distinguibile.

"Tienimi per mano al tramonto, quando il giorno si spegne e l'oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle. Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto. Tienimi per mano, portami dove il tempo non esiste". Scriveva Hermann Hesse

È vero quando arriva la sera, pare che giunga il momento della verità.

In una grande pace le stelle si bloccano al loro posto e, sopra l'acqua del fiume che ora scorre più tranquillo, la rugiada si posa sotto forma di nebbia. E i sogni... i sogni sono dietro l'angolo ad aspettarci.

Abbiamo perso troppi tramonti per la presunzione di credere che certi giorni sarebbero durati per sempre.

Benedetto Tudino